Grafica acquarellata a mano (ricostruzione ideale) del pittore grossetano Maurizio Nardini
Il centro storico di Grosseto è rimasto circondato da mura bastionate che, a loro volta, hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario nel corso dei secoli.
Ha la caratteristica di avere un circuito murario dalla forma geometrica quasi perfetta, , un esagono inscritto in un cerchio, un disegno dal grande fascino simbolico e figurativo e quasi esoterico essendo il numero sei sia il numero perfetto per eccellenza infatti rappresenta i sei giorni della creazione divina, il rapporto matematico nella somma dei primi tre numeri 1+2+3, i due triangoli equilateri (per i cristiani la trinità) ma molto più probabilmente faceva riferimento alle sei “palle” dello Stemma mediceo.
Strutture militari dotate di nuove e imponenti fortificazioni che influenzarono anche l'organizzazione dello spazio urbano interno.
La città perse la sua funzione militare con i Lorena diventando definitivamente uno spazio pubblico aperto ai cittadini con i suoi giardini e le sue passeggiate. Le trasformazioni subite le demolizioni apportate tra le due grandi guerre , i bombardamenti aerei, la crescita urbana avvenuta troppo spesso a ridosso del circuito murario e le ulteriori manomissioni architettoniche ed urbanistiche del secondo dopo guerra non hanno comunque scalfito l'importanza monumentale dell'opera e la sua identificazione con la città di cui le mura sono state e rappresentano tutt'ora la sua matrice urbana.
Grosseto nacque come centro fortificato prima dell'anno 1000. Con la bolla papale del 1138 per la traslazione della sede vescovile a Grosseto, si riconobbe il ruolo e l'importanza dell'emergente centro urbano che si era sviluppato dal castrum Grosito (leggasi centro fortificato) facendogli assumere il titolo di città e dando alla comunità il titolo di “civitas”
Le prima mura castrensi fortilizio della rocca (973) e quello del borgo utilizzate come circuito murario a difesa della città furono abbattute nel 1224 dai senesi durante i ripetuti scontri bellici per il controllo del territorio. Gli stessi imposero di non rifare le muraglie più alte di 4,80 metri ma il circuito murario era stato invece protetto con salde mura merlate che recingevano tutta la città su cui sorgevano torri molto elevate, sentinelle offensive e difensive ... nonostante il divieto, i grossetani vollero ricostruire le loro mura in modo solido e robusto per la voglia di indipendenza particolarmente motivati dall'importanza strategica ed economica del territorio.
Furono nuovamente abbattute almeno in parte nel 1310 e definitivamente con la conquista della città da parte di Siena nel 1335.
Fino al 1345 Grosseto si trovò senza mura a protezione, anno in cui il Comune di Siena portò a temine i lavori di ricostruzione della cinta muraria munita di casseri (porta S Pietro detta torre senese, Porta di S Lucia e Torre di Porta Cittadini, oltre ad un cassero per il presidio militare senese con la relativa piazza d'armi (attuale piazza del Sale). Furono restaurate nel 1441.
Prima dell'arrivo dei Medici le mura furono nuovamente modificate ed erano dotate di 4 porte a forma di croce:
Porta S Pietro a nord (attuale Porta Nuova) in direzione di Pisa
Porta Cittadini o Marina a Sud (attuale Porta Vecchia) in direzione del Fiume Ombrone
Porta S Michele a ovest (attuale teatro degli Industri) per il lato mare e le relative saline
Porta S Lucia ad est (attuale Cassero della Fortezza Medicea) per Siena
A causa di troppi conflitti militari per la supremazia sulla penisola italica che per la zona toscana terminò con il dominio dei Fiorentini con gli Spagnoli contro i Senesi alleati con i francesi, Grosseto si ritrovò in totale abbandono.
Con la costituzione del Granducato di Toscana nel 1559 Cosimo I dei Medici iniziò ad occuparsi anche della Maremma e nel 1562 diede inizio alla fortificazione della città per dare “principio a una gagliarda fortificazione di Grosseto la quale a nostro giudicio sarà rara et l'importanza del sito la merita”
Egli fece sostituire completamente le mura che erano state nuovamente modificate ed abbassate in quanto non rispondevano in alcun modo alle necessità militari e inoltre trovava la dislocazione di Grosseto di grande interesse non solo militare ma anche per le abbondanti risorse territoriali (grano pesce sale legname minerali).
A partire dal 1562 il Granduca incominciò a programmare concretamente la costruzione della piazzaforte di Grosseto, che doveva assumere un ruolo strategico e importantissimo nello scenario del nuovo Stato toscano. Una città – fortezza di grandi dimensioni per realizzare una vera e propria piazza d'armi.
Le mura medicee vennero costruite nel 1565 non per difendere una città che non esisteva in quanto contava appena 750 abitanti contro i 7000 del periodo precedente alla grande peste del 1348 ma per realizzare una vera e propria piazzaforte militare.
In questo modo Grosseto assunse un'importanza fondamentale nel piano difensivo di Cosimo I in uno scenario tattico e strategico di grande importanza per il Granducato per fronteggiare il vicino Stato Spagnolo.
Le murature passarono dalla pietra al mattone, più economico, facile da usare, meno soggetto ad essere frantumato in schegge dai proiettili e quindi più elastico agli urti con “cuciture” in pietra per l'irrigidimento della struttura e con bastioni pentagonali acquattati a batterie rientranti.
I lavori si conclusero nel 1593 sotto il Regno di Ferdinando I dopo 28 anni di estenuanti attività edili (poca manodopera, difficoltà economiche, condizioni climatiche, malaria).
Venne quindi definita una piazzaforte a forma di esagono quasi perfetto con sei baluardi a forma di picca squadrata ad ogni vertice, rivolti verso l'esterno della città, uno dei quali finì per essere trasformato nella “cittadella fortificata”, la Fortezza, costituita da altri due piccoli baluardi rivolti verso l'interno della città. Il primo baluardo costruito fu quello detto delle Palle o dell'Arme per lo Stemma della Casa regnante dei Medici formato da uno scudo con sei palle posizionato sul vertice del bastione stesso, oggi detto del Maiano.
Un altro motivo che determinò la forma esagonale della piazzaforte fu quello di voler realizzare la Fortezza intorno al preesistente Cassero senese, la maggiore tra le costruzioni di difesa da recuperare nel nuovo circuito murario.
Nel corso degli anni le mura furono soggette ad opere di consolidamento, restauri e riprese da parte degli ingegneri militari ma dopo l'avvento dei Lorena a partire dal 1768 le mura furono cedute alla comunità Grossetana e in parte al Magistrato dei Fossi e conobbero una seconda “vita” con la trasformazione in giardini e pubblici passeggi demolendo le strutture di difesa, garitte o torricelle e colmando le piazze basse.
Fino ai giorni nostri le Mura sono state per lunghi anni luogo di svago dei grossetani e l'intento di questa Istituzione è quello di provare a riportarle agli antichi splendori, incentivando la cittadinanza a riprenderne possesso!